Eventi
24/04/2012
Il Risorgimento tradito
Il tema del nostro Risorgimento, allo scadere del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, fa il bis nella collana degli ECRA Poket. Presente nelle due successive edizioni del Salone del Libro di Torino - l’edizione 2011 e l’imminente 2012, che si terrà dal 10 al 14 maggio prossimo – con la raccolta di racconti, “L’Italia s’è desta”, firmata lo scorso anno dallo scrittore lombardo Marco Carminati (già collaboratore della Federlombarda BCC) e dallo scrittore romano Roberto Carvelli, l’ECRA replica ora con il romanzo di Marco Carminati: “Il Risorgimento tradito. Vecchie delusioni e nuove speranze di un garibaldino bergamasco” .
 
Mentre “L’Italia s’è desta. Racconti e prose sul Risorgimento e sull’Unità” ha riscosso vivo interesse e s’è guadagnata un posto nelle 150 opere italiane scelte fra le numerosissime pubblicate nell’anno dei festeggiamenti unitari per essere esposta al Vittoriano, “Il Risorgimento tradito” affronterà la curiosità del pubblico del salone torinese di quest’anno con la singolare tesi che le opere sociali nate dal messaggio cristiano-sociale della Rerum Novarum siano forse la continuazione e la risposta alle delusioni per l’inadeguatezza dei programmi egualitari del radicalismo mazziniano.
 
Un’ipotesi tutt’altro che peregrina, affrontata dal romanzo di Carminati, che narra dell’amicizia e del confronto intellettuale di due spiriti forti trevigliesi, come il garibaldino mazziniano e massone Giovanni Martino Maggi e Mons. Ambrogio Portaluppi, fondatore della Cassa Rurale di Treviglio. Ben sintetizza l’essenza di questa nuova opera di Marco Carminati la premessa del prof. Pietro Cafaro, dell’Università Cattolica di Milano, per il quale “…un risorgimento sociale diverso, quindi, ma completamento di un risorgimento politico altrimenti destinato ad essere “tradito”, poteva trovare radici antiche, ben presenti molto prima di quella rivoluzione francese che per Antonio Gramsci rappresentava lo spartiacque tra antico e moderno. Il nostro protagonista non ne avrebbe potuto vedere la piena realizzazione neppure se fosse vissuto altri 100 anni, visto che ancora oggi siamo invitati dalla realtà concreta a costruire un risorgimento compiuto. Ovviamente non solo per noi italiani, e neppure per noi uomini dell’Occidente, ma per un mondo intero che in molte sue parti ancora agogna alla libertà accompagnata dalla giustizia sociale”.